
Competence center: il salto evolutivo richiesto agli atenei
Articolo tratto dal Sole 24ORE del 21 giugno 2016
di Antonio Larizza – Contaminazioni
Il salto evolutivo richiesto agli atenei
“Dobbiamo capire se questa volta sarà la volta buona”. Riccardo Varaldo, emerito di economia industriale alla Scuola Superiore di Sant’Anna – di cui è stato sia rettore che presidente – e consigliere di Fondazione R&I, segue con attenzione i primi passi dei Competence center. Nella sua lunga carriera ha vissuto, in prima linea, diverse false partenze. “Non è la prima volta che in Italia si tenta di creare centri di raccordo tra domanda e offerta di ricerca applicata: prima i Parchi scientifici del mezzogiorno, poi i Distretti tecnologici, infine i Cluster tecnologici nazionali. Esperienze da molti considerate dei sostanziali fallimenti.”
Questa volta c’è una novità che potrebbe fare la differenza. “Quelle del passato – spiega Varaldo – erano iniziative del ministero dell’Università, oggi il tentativo parte dal ministero dello Sviluppo Economico: la diversa regia potrebbe portare ad un finale diverso”. Secondo Varaldo l’impronta “economica” dell’esperimento “potrebbe spingere i Centri a sviluppare un’offerta capace di auto sostenersi, procurandosi sul mercato mezzi che vanno al di là del sostegno pubblico iniziale”.
Per farlo però gli atenei “dovranno maturare la competenza per soddisfare la domanda delle imprese con un approccio consulenziale, che non è quello del ricercatore classico”. Un salto evolutivo è questa la sfida che le università italiane sono di nuovo chiamate a cogliere. E che ora potrebbero vincere.