
Quali sono le 2 nuove alleanze strategiche per l’imprenditorialità tecnologica?
ALLEANZA STARTUP E GRANDI IMPRESE
Il connubio tra start up e grandi imprese è un fatto nuovo ed è auspicabile e fondamentale per una evoluta divisione del lavoro in campo inventivo-innovativo.
Le grandi imprese hanno ridotto l’impegno nella ricerca avanzata che è a rischio elevato e hanno una visione piuttosto a breve delle loro problematiche.
La seconda alleanza è tra mondo della ricerca pubblica e sistema del trasferimento tecnologico ai fini della generazione di valore con la nuova conoscenza.
Nel capitalismo dell’era della conoscenza contano le grandi imprese globali, ma anche le capacità di innovazione avanzata delle startup e PMI innovative che rischiano e scommettono sul futuro.
Le grandi-medie imprese stanno scoprendo l’importanza delle Deep Tech startup, per tre principali ragioni.
- I tempi dello sviluppo tecnologico si sono ridotti (accelerazione tecnologica) premiando la maggiore velocità con cui le startup sono in grado di far sviluppare in senso applicativo early stage technologies
- L’aumentato costo dello sviluppo di novità tecnologiche avvantaggia le nuove imprese, in funzione dei loro minori costi strutturali e del lavoro
- Un mercato finanziario in grado di sostenere investimenti a lungo ed alto rischio, dove le startup possano contare su capitali pazienti
Si stanno, così, sviluppando collaborazioni organiche tra centri di ricerca pubblica e grandi imprese per far generare nuove imprese in particolari ambiti tecnologici avanzati; è un’importante prospettiva per il Sud se vuole offrire opportunità di lavoro e di avanzamento sociale ai giovani preparati, facendoli artefici di una sua nuova crescita.
Sono questi i campi dove una moderna politica industriale dell’innovazione può svolgere un importante ruolo con l’avvertenza di non essere troppo invasiva (limitarsi ad apparecchiare la tavola quando ci sono già i commensali).
Casi emblematici di partnership
A cavallo degli anni 2000 c’è stato il caso emblematico di un insieme di startup tecnologiche che hanno aperto la strada a grandi imprese dell’energia nel dar vita alla rivoluzione tecnologica che ha consentito l’estrazione del gas da scisti per la produzione di petrolio, con un enorme vantaggio per gli Stati Uniti.
Un modello collaborativo avanzato è ora in atto a livello internazionale. I nuovi vaccini anti-covid 19 evidenziano la capacità di disrupting innovation delle Startup e il ruolo e l’importanza che oggi rivestono le alleanze tra deep-tech startup e grandi imprese. Quasi tutte le innovazioni sui vaccini anti Covid 19 vengono da startup, in gran parte Europee e Italiane o da laboratori Universitari (Univ. Oxford, BioNTech-D, Curevac-D, Moderna-USA, Reithera-I, Takis-I). Il vaccino Pfizer è opera di una Startup tedesca, la BioNTech, fortemente finanziata da risorse tedesche e comunitarie, in collaborazione con la grande impresa che ne cura la produzione e la vendita a livello mondiale.
Anche il vaccino Astra-Zeneca è stato sviluppato da un laboratorio di Oxford, con cui la grande azienda ha stipulato una partnership strategica (tipo BioNTech-Pfizer).
In entrambi i casi si è realizzata una divisione del lavoro inventivo-innovativo con le startup che operano a monte nel processo della ricerca e del trasferimento tecnologico e le grandi imprese a valle dove servono competenze e capacità produttive, e contano le economie di scala.
Costruire sistemi
In tempi recenti in Italia si è registrata una crescente attenzione per il Venture Capital e c’è un’evidente priorità posta sugli aspetti finanziari del Trasferimento Tecnologico: ma per finanziare cosa?
Il problema irrisolto: garantire ai finanziatori un ricco e promettente deal flow di nuovi progetti imprenditoriali di qualità. Ciò richiede di avere una visione di sistema per il trasferimento tecnologico, come quella posta a base del progetto della Fondazione R&I, con cui si mira a:
- operare sull’intera filiera del T.T. da monte (ricerca) a valle (mercato), avvalendosi di competenze qualificate
- offrire ai potenziali imprenditori gli opportuni strumenti per far evolvere i loro progetti (Proof of Concept) (verso reali bisogni industriali)
- assistere i giovani imprenditori nel trasferire con successo al mercato l’innovazione
- favorire un arricchimento della loro cultura tecnologica in senso imprenditoriale e manageriale (Laboratorio Imprenditori del Futuro)
A tali scopi l’intervento pubblico costituisce una condizione imprescindibile per far rendere sopportabili gli elevati rischi connessi ad investimenti di capitali in nuovi progetti imprenditoriali avanzati, come avvenuto in altri contesti europei, Francia in particolare (vedi, in Italia, il ruolo di Enea Tech – CdP Venture).
In questo panorama Fondazione R&I, con il Piano Strategico 2020-2024 – Sviluppo al Sud vuole sviluppare dei cantieri nel Meridione che rappresentano un insieme organico di progetti sinergici per far fare un salto in avanti all’ecosistema dell’innovazione su scala territoriale valorizzando il gioco di squadra tra ricerca, alta formazione, industria e finanza.
Il punto di partenza è creare a Napoli un Centro Trasferimento Tecnologico per il Mezzogiorno, secondo un modello avanzato già sperimentato con successo all’estero, mettendo a frutto la presenza nella Fondazione R&I delle tre componenti chiave: università, industria, finanza innovativa. Il modello operativo di FR&I favorisce l’interazione tra domanda e offerta di innovazione e sviluppa un piano concreto, realizzabile e adatto per il Mezzogiorno.
È un piano con una struttura aperta, in cui i singoli cantieri possono essere campi di analisi, riflessioni e integrazioni, da parte di soggetti interessati a partecipare.
Intervento di Riccardo Varaldo, Presidente Consiglio di Gestione Fondazione R&I, a NUOVO SVILUPPO AL SUD – La leva dell’imprenditorialità tecnologica sul tema “Una rinascita con l’economia della conoscenza”. Evento di Intesa San Paolo.
Puoi riascoltare in versione integrale gli interventi al seguente link