
Esperienze innovative e buone pratiche per la valorizzazione delle invenzioni: l’iniziativa CITec
In Fondazione R&I convivono le tre anime dell’ecosistema dell’innovazione: università, grandi imprese e investitori. Questa coesistenza ha stimolato la ricerca di un ruolo da giocare nel fluidificare il percorso che dall’invenzione porta all’approdo sul mercato.
Il tema della valorizzazione delle invenzioni non può prescindere dal tema dell’innovazione come strumento per estrarre crescita economica e occupazionale: la business innovation.
Questo percorso porta a ricercare nel mercato dell’innovazione, nel mondo accademico e in quello delle startup e spinoff, invenzioni che siano tecnologicamente fattibili, che risolvano problemi (non soluzioni che siano in cerca di un problema), invenzioni per le quali si possano sviluppare modelli di business sostenibili, con una business viability.
Com’è conformato l’ecosistema dell’innovazione dell’Italia e come si rapporta agli ecosistemi più maturi e quali sono i vincoli e la replicabilità del processo di estrazione di crescita e valorizzazione delle innovazioni?
I pilastri sui quali poggia il processo di valorizzazione delle invenzioni sono il capitale umano e capitale finanziario.
Per quanto concerne il capitale umano, a livello internazionale, i driver dell’innovazione sono rappresentati massimamente nelle figure di phD student, graduates e post doc. Lo stato fondamentale che si percepisce nel processo di valorizzazione delle invenzioni è determinato da una sostanziale immaturità di percezione degli inventori, di estrazione accademica, rispetto al livello di maturità delle loro tecnologie.
Nel 95% dei casi di writeoff degli investimenti a livello internazionale, di fase seed e preseed capital, la motivazione sottostante è ascrivibile alla immaturità o alla misperception rispetto alla maturità della tecnologia o a problemi ad essa direttamente riconducibili, in confronto a quelle che sono le esigenze o le caratteristiche di un prodotto.
Gli inventori, in buona fede, ritengono i loro prototipi, outcome della ricerca, posizionati ad un livello di maturità sovrastimato rispetto alla loro stadiazione effettiva.
È un problema di difficile cattura da parte degli investitori che si riflette sui tempi di investimento: un investitore deve permanere all’interno di un progetto seed e preseed capital, per almeno 7 anni, quando i libri di testo citano i 3/5 anni, ma la verità è completamente diversa. Comporta un tempo di permanenza dell’investitore più lungo rispetto alle attese.
FR&I ha cercato di capire se e come intervenire sulla misperception della tecnologia.
Dall’altra parte l’ingrediente fondamentale per il processo di trasferimento tecnologico verso il mercato è il capitale finanziario, la disponibilità di capitali. Da una parte il capitale umano dall’altra il capitale finanziario.
Il punto dolente lungo la filiera del capitale di rischio, anche a livello internazionale, è la fase di transizione tra la prototipazione delle ricerche di laboratorio verso le prime fasi del percorso di valorizzazione, che può passare anche attraverso la costituzione di una startup. E tanto più in Italia, dove non c’è disponibilità consolidata di capitali che intervengano in questo segmento della maturazione delle iniziative e delle idee.
Precedentemente i Grant regionali, nazionali e europei, sostengono attività di ricerca e sviluppo, successivamente i fondi di Venture Capital nelle fasi startup, early stage e growth sono consolidati nel nostro ecosistema. La distanza tra prototipo e mercato rimane, quindi, coperta dalle 3F: Friends, facoltosi che in Italia scarseggiano, le Family che nel nostro Paese investono nel mattone e i Fools che qui da noi ce ne sono pochi. La disponibilità di capitali a sostegno di questo tipo di iniziative oggettivamente non è abbondante.
Il terzo tema, intimamente connesso alle problematiche di natura finanziaria, riguarda le exit e il sottotema delle corporate exit.
In Italia, il sistema delle exit è ingessato, perchè gli investitori che intervengono a sostegno delle singole iniziative, se non hanno mercati di exit sviluppati, rimangono “inchiodati” nei loro investimenti, e di conseguenza non liberano risorse per fare follow-on, decretando la fine per asfissia delle iniziative in cui hanno investito, e nuovi investimenti.
Mancano in Italia rispetto ad altri ecosistemi, mercati regolamentati che possano funzionare da driver di exit per gli investitori dei primi round dei venture capitalist, mancano soggetti di natura industriale che possano rappresentare per quegli stessi investitori di primo miglio, una potenziale exit. Il mercato delle exit di natura corporate è abbastanza asfittico, perché la media e grande impresa non ha una tradizione di crescita per linee esterne, cioè non ha una tradizione di crescita attraverso strumenti di acquisizione di mercato e tecnologica. FR&I ha fotografato questo mercato cercando di capire come intervenire attraverso una progettualità interna denominata CITec.
FR&I è al termine di un’anno e mezzo di sperimentazione di buone pratiche di Trasferimento Tecnologico per riuscire a intervenire concretamente per dare una mano a risolvere i problemi che rappresentano limiti, frizioni e fratture per il libero progredire delle invenzioni e innovazioni verso il mercato. Le attività sviluppate in ambito TTMEETUP hanno permesso di raccogliere proposte di innovazione da parte dei dipartimenti di ricerca delle università del Mezzogiorno, senza porre vincoli ex ante rispetto ad eventuali fabbisogni di innovazione delle grandi imprese. Si è lavorato su fattibilità tecnica, maturazione tecnologica,monitoraggio dei progetti di valorizzazione e validazione dei business model, perseguendo un processo di maturazione iterativo e incrementale. Si è inoltre promossa la formazione di nuovi imprenditori innovativi di deep tech startup e l’iniezione di competenze manageriali, investendo su progetti che possano avere un futuro sviluppo sul mercato, condotti da capitale umano di valore.
Intervento di Riccardo Fontanelli in occasione della Giornata Mondiale della Proprietà Intellettuale 2021.
Lunedì 26 aprile – organizzatore Università degli Studi del Sannio-Benevento – webinar “Il valore della proprietà intellettuale per le piccole e medie imprese”.